Patrie e Matrie. A tal proposito qualcuno ha chiare idee.
“Piçule patrie”
Restiamo nel piccolo: Aquila gialla (non grifone) in campo azzurro accanto al display col nome del santo del giorno
Cominciamo bene: per la PATRIE DAL FRIÛL, il 3 aprile, come si diceva, niente san Luigi Scrosoppi – sacerdote, ma san Riccardo vescovo: auguri – caricati di speranza – a monsignor Lamba
Ogni 3 aprile viene ricordata l’investitura feudale del patriarca Sigeardo nel 1077, che consentì al Friuli di riacquisire integrità territoriale e autonomia politica. Un’unità etnica e culturale che è stata capace di generare uno dei Parlamenti più antichi d’Europa, a partire dal 1231, e di resistere ai tumultuosi avvenimenti della storia. (Da Consiglio regionale FVG)
Da La Vita Cattolica copio l’intero editoriale del professor Ellero (cercando di riscriverlo con ordine. Dalla prima, prima, all’ ultima riflessione. Sono un “nutria” con poco pelo in testa !)
Friuli, una “matria”
La Fieste de Patrie è l’occasione per alcune riflessioni sui concetti di “patria” e di “matria”, essenziali per un’esatta comprensione della “dimensione” della festa.
La prima riguarda il Friuli come miniatura dell’Europa. La nostra è, infatti, l’unica regione che contiene nel suo Dna le tre principali anime etnico-linguistiche del continente, latina, slava e germanica.
La prima è rappresentata dalla lingua friulana (perché “fevelà furlan a vòul disi fevelà latin”, scrisse Pasolini) e dal dialetto veneto, parlato a ovest della linea Polcenigo-Bibione e presente in altri centri. Di minor peso, ma altamente arricchenti, sono le minoranze slave nelle valli dei fiumi Fella, Resia, Torre, Cornappo e Natisone, e le germaniche di Sappada, Sauris, Timau e Valcanale.
La seconda riflessione ci porta a considerare il Friuli come una “matria”, neologismo così spiegato dal Vocabolario Treccani: “Luogo fisico e metaforico d’accoglienza, al di là delle appartenenze nazionali, etniche, religiose, sociali, di genere ecc., contrapposto alla patria come realtà storica definita dai discrimini dell’identità nazionale e dell’appartenenza nativa a un dato territorio”.
Il Friuli, quindi, è sicuramente una “matria”: ma che dimensione aveva la terra, ovvero la “patria”?
Per rispondere possiamo rifarci ai cartografi del Cinquecento (Guadagnino, Ortelio, Ligorio …), unanimi nel riconoscere che il confine occidentale era segnato dal corso dei fiumi Meschio e Livenza.
Teobaldo Ciconi in “Udine e sua provincia” (1862) scrive che nel Medio Evo una “patria” era un territorio assoggettato ad un’unica legge, nel nostro caso creata da un Parlamento (non eletto: chiamato dal Patriarca).
Nel frammentarismo del basso Medio Evo il Friuli era pertanto un’eccezione, ma non la sola: erano patrie anche la Provenza, il Cantone di Vaud in Svizzera, e qualche altra.
Dando quindi l’esatto significato storico e territoriale al concetto di Patria del Friuli, gli organizzatori hanno scelto Tarcento come “epicentro” della festa; ma dal 22 marzo al 21 aprile saranno fruibili molti altri eventi collaterali (conferenze, rappresentazioni teatrali, laboratori didattici …) in numerose località (Udine, Gorizia, Manzano, Treppo Grande, Porpetto, Carlino, Rivignano, Casarsa, Spilimbergo, Maniago, Nimis, Osoppo, Reana, San Daniele, Moggio e altri centri) e nel Veneto (San Michele al Tagliamento, Portogruaro, Teglio Veneto, Cinto Caomaggiore).
(Conviene notare che alcuni Comuni, particolarmente elettrificati, brillino per l’assenza di “eventi collaterali”. Scritto in “GREEN” farlocco !)
La terza riflessione riguarda il senso di identità e di appartenenza: si è friulani anche se non si nasce nella “patria” ma ci si riconosce nella “matria”. Si è friulani anche se non si parla friulano, perché questa è una terra d’accoglienza, cioè di accettazione anche linguistica.
La quarta riguarda il ruolo centrale della lingua friulana.
Il Friuli esisterà come regione distinta non solo per una questione di confini finché rimarrà in vita la lingua friulana. Il giorno in cui questa dovesse morire, le altre minoranze sarebbero soltanto sfridi poco importanti di culture linguistiche molto più grandi (don Placereani diceva che dal suo roccolo di Montenars a Vladivostoc si parla slavo): oggi brillano, invece, accanto alla nostra piccola lingua neolatina, ibridata da venetismi, slavismi e germanismi, e concorrono a definire il Friuli come piccola Europa.
La quinta riguarda la distinzione fra “patria “ e “matria”: in origine i due concetti coincidevano, perché un popolo culturalmente distinto (matria) occupava un suo territorio (patria), che naturalmente doveva essere difeso; e la prova della coincidenza si trova nei nomi antichi di molte regioni: Carnia come terra dei Carni, Venezia o Veneto dei Veneti, Istria degli Istri, eccetera.
Poi per l’uso e l’abuso che della parola “patria” fecero gli Stati nazionali a partire dall’Ottocento, la “patria” si staccò dalla “matria” e divenne escludente, aggressiva, e strumento di opposizione e di odio verso altre “patrie”.
È per questo che dopo il 1866, cioè dopo l’annessione all’Italia del Friuli centro-occidentale, qualcuno inventò la Piccola Patria nella Grande.
3 aprile 2024 Gianfranco Ellero
(Bundì Professôr, dut a puest ? Ogni ben ! Mandi)
Nel giorno di Festa, a cura del Comune di Udine in collaborazione con Arlef, sono state scoperte due targhe dedicate a Don Giuseppe Marchetti e Novella Cantarutti, “due grandi” della cultura friulana
Storico, linguista, letterato, e soprattutto friulanista, Marchetti fondò, insieme a Felice (Felix) Marchi il giornale, redatto interamente in lingua friulana, La Patrie dal Friûl. Sulle cui pagine mise per iscritto il suo sostegno all’autonomia della Regione. La sua targa è stata apposta all’ingresso del Liceo Caterina Percoto, dove insegnò Lettere latine e Storia e da dove venne allontanato, subendo il confino da parte del Ministero dell’istruzione fascista, per le sue posizioni politiche.
All’Isis Malignani è stata apposta la lapide in memoria di Novella Cantarutti. Cantarutti fu poetessa, scrittrice e studiosa di tradizioni popolari. Decise di caratterizzare la maggior parte della sua attività letteraria scrivendo le proprie rime nella variante di Navarons.
Patrie di uve e di uomini arrivati da “fuori”
In una delle zone del vino nel mondo, dopo il fratello Livio e l’ impareggiabile amico Pietro (Pittaro), anche il “patriarca Marco” ha seguito le stesse sorti dei due
Patrie prossime. O meglio, vicine, intorno alla casa (Via Palmanova, Viale dei platani, …) e intorno il “villaggio”. A sopportare ” senza lamentele ” !
A chi e a che serve, infatti, la visione di un nutria … mona ?
(Qualcuno del “Villaggio” potrebbe pensare a “croci gloriose” e a un rivestimento similare , un cappotto decorato sull’intero edificio. Elementi fitomorfi a dialogare con arabeschi.
Potrebbe essere un idea … ma non buona: farebbe danni certi all’ intima struttura di fine ‘700 del fabbricato. E forse anche all’ anima.
Conviene parlarne, prima che alcuni potenti e danarosi ci pensino. Sono soliti fare esperimenti dai quali non vi è via di ritorno oltre la pace o la guerra !)
♣ Isaia, al capitolo 11, pare confortare e dire che i tempi sono maturi per credere in questo tossico progetto
8 Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide;
il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi.
Alcuni processi sono irreversibili. Inesorabili: a fine inverno prossimo, potremmo aprire la porta e trovare il “nulla”!
Il Signore è inesorabile ?
Sante patrie
Fra guerra e pace, patria o matria ?
Se la Madre Chiesa non si converte e crede, al Papa toccherà di pagare di persona. Per la sua fede la speranza la carità !
Patrie di platani orientali con la casa dei tassi e delle tasse onerose. E ingiuste !
Ma in Inverno (completato il lavoro di piantumazione nell’ “orto” saremo “uguali alla Spagna”) le bollette di luce, acqua e gas per gli usi domestici, delle case con uomini e donne e figli, saranno – finalmente – a zero lire euro … SOLDO “X” !!! (Ascoltavo in un TG regionale una gentile signora – Dirigente di un Assessorato all’ ambiente – parlare, in fondo, di questo, per conto di altri. Presumo).
Quale sarà il nuovo “padrone” di tutto, se lascerà o resterà qualcosa di utile ancora, alla fine. (O prima della FINE di TUTTO) ?
Forse sarà “a gratis” ogni consumo ? Allora, nemmeno si dovranno emettere cartelle e bollettini di pagamento ? !
«Giustizia, virtù sociale per eccellenza. Base di una convivenza pacifica» diceva il Papa in udienza generale il 3 aprile
A cosa o a chi serve tutta questa smisurata energia profusa per il “bene del territorio. AMATO ” ?
(Qualcuno, in verità, si era espresso più o meno in questi termini. Valeva solo per la campagna ! Elettorale ?!)
Serve forse al genere umano nel paradiso di coppia quaggiù ?
“maschio e femmina li creò”
Ad essi – donna e uomo – basterebbe ancor meno: “due cuori e una capanna”
Nella mattinata di sabato 6 aprile (33° ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO CHE MI RIGUARDA TANTO …), una estemporanea lezione da parte di Volveno ( seriamente baccalaureato in “Scienze religiose e Teologiche”) sulla doppia versione della creazione di donna e uomo in Genesi (ultimo ma primo dei libri biblici), mi ha un poco confuso a causa di ebraico, greco e latino …
in particolare, dove si parla della costola tratta da Adamo per completare l’ ‘intero’, per spiegarsi, mi ha fatto l’esempio di una moneta spezzata in due parti che, volendo, si possono riunire essendo i margini perfettamente combacianti. Volveno mi ha parlato di colle, nastri adesivi … per rendere la moneta nuovamente spendibile, utile a comprare.
Riflessione tardiva: basterebbe l’amore – che non si può comprare – come collante in caso di separazioni ?
Dove ci sono figli, padri e madri hanno maggiore responsabilità. Allora più grave è quando la società punta indici sui fallimenti di un singolo “elemento” … (tanto per cominciare … e anche finire) !
Volveno è meglio comprensibile ( a sé stesso !) quando dice che in friulano una – generica – costola ” une cueste” può avere significato doppio:
- per la costa ∗ che vediamo da Trieste ( Barbana ) oltre il Golfo omonimo
- oppure quella che facciamo “alla griglia” arrostita. Buona da raspare !
∗ aggiungo che non una parola è stata spesa per il Parroco. (DALLA COSTA)
NON SI CAPISCE NIENTE !
È vero. Sto elaborando le riflessioni del professor Ellero per connetterle agli aggiornamenti biblico/esegetici venuti dialogando con Volveno. Vomito ed evacuo elementi indigeriti. Che schifo !!!
Dev’ essere quando le patrie diventano matrie solo a parole o quando le matrie prendono il sopravvento sulle patrie !
…ma in strada, quella volta c’era una tassa. Soppressa !Era aprile dello scorso anno.
Platani che devono lasciare il territorio. Esiliati per forza dalla matria. Europa che secoli fa li aveva accolti. Adottati e adattati a diverse funzioni
…OPPURE, SÌ (a costo di essere blasfemo) per ricordare – aggiungendo, l’ 8 aprile nel giorno dopo l’ “ottava di Pasqua” – che oggi è la ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE – SOLENNITÀ
(La Madonna è matria ? Per eccellenza !)
Il 5 aprile mi sono mosso in bici al limitar della “mia” patria scendendo a Santa Maria fra platani e pantani, regni di bestie e schifezze
Anche gli animali se in coppia, dopo essersi scelti al risveglio, vorrebbero metter su famiglia … un nido sopra le travi nel sottotetto del municipio e del secondo centro di aggregazione , a mo’ di capanna
Un parco ” tutt’uno “. A responsabilità individuale completamente annullata o quasi !
Un aggiornato, puntuale, contributo di monsignor Rizieri De Tina ricorda le sagge parole di Giandomenico Picco recentemente scomparso https://it.gariwo.net/giusti/diplomatici-italiani-giusti/giandomenico-picco-17947.html
https://www.telefriuli.it/friulano/un-pinsir-par-vue/6-aprile-2024/
Dopo aver attraversato Santa Maria la Longa da Ponente a Levante scansando in corsa due merli maschi schiacciati per strada ormai infecondi, mi sono imbattuto nel vecchio cartello. Mai notato prima.
Per forza dovevo proseguire per il santuario di Muris, come da vistosa freccia indicato. Ritornare ancora all’ origine della Creazione passando per Merlana. In altro Comune…
♠♠♠. Con la Chiesa che ha sbagliato ed è “stata lasciata”. Lasciata ora a languire…
Dopo autodistruzione, piccolissime patrie si associano in un “distretto che ha delle meraviglie” da rimettere in piedi e che direttamente mi riguarda
Servono forse le pecore partite dai fiori di antico frutto per ripristinare una Patria/Matria decente. Compatibile alla vita del genere umano ?
Se il pozzo, violentato e snaturato così, “perde acqua”, gli ovini si disseteranno con l’erba nutrita dall’ acqua del cielo e dai sali buttati dall’ uomo per terra. In terra già fertile e buona … di autentico paradiso creato … fino agli esperimenti insipienti degli ultimi decenni
Dove i fiumi Natisone e Torre ancora si fanno una “sola carne” in un sol letto, domani una delle due “milleacque” avrà in seno nuovi veleni. Quali animali si dovranno adattare se sono stati già scacciati od estinti dai luoghi ?
Durante il giro ho visto scaldarsi al sole un carbone ben grande. Ma si è subito ritirato. Mai dirò , almeno di questo, dov’è la sua patria !
E i luoghi delle more e delle pesche ?
(Non subito. Devo andare a prendere il latte … e portare pesci rossi a Cargnacco!
Oggi stesso, Volveno ed io, abbiamo saputo dell’ esistenza dell’ ultima stalla di Lauzacco dalla signora che accudisce con la propria famiglia, ogni santo giorno dell’ anno, senza riposo, le quarantadue mucche. Passione è passione. Che vale e che sicuramente varrà !!!
Ci riferiva, pure, del dispiacere del signore che – controvoglia – è intento a scavare la terra, in questi giorni nei pressi. Nel luogo delle “tombis” …
Da Cargnacco o anche da Pordenone, saranno partite le belle idee … sperimentali … per i particolari bisogni attuali e che potranno essere a vantaggio comune in futuro. Se al fatto meramente tecnico-scientifico, come ascoltavo da Michelangelo Agrusti, si desse qualche altra componente, diciamo “umanistica”. UMANA, per allargarci, potremmo avviarci a quella “fratellanza” che temo mal si concili con le leggi di mercato
Patrie africane sposate a quelle di Nord Est per rinsanguare… RINVERDIRE (forse per fare risorgere strutture già vecchie e passate ?)
Un’ “Accademia Alto Adriatica“ in
NordAfrica… nel Ghana. Per la formazione di giovani da inserire “addestrare su quelle industrie del nostro Nord-Est “
Ne ha parlato entusiasta il nostro Presidente della Repubblica direttamente dal Centro Salesiano don Bosco sui telegiornali.
È stata inaugurata questa mattina alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’Academy che Confindustria Alto Adriatico ha predisposto in Ghana – nel Don Bosco Training Institute Salesiano ad Ashaiman – per formare manodopera locale con profili professionali sovrapponibili a quelli ricercati dal tessuto produttivo regionale, iniziativa unica a livello internazionale.
Sottospecie di patrie “nere” con scimmie antropomorfe: bonobi e scimpanzé; gorilla di montagna e di pianura; macachi, babbuini e mammuine e … carboni melanici (forse !)
A nord di Cape Coast, sempre in Ghana – Africa occidentale, paese vicino al Togo luogo delle “derelitte suore della Divina Provvidenza” del padre fondatore san Luigi Scrosoppi, c’è il vasto Parco Nazionale di Kakum (con 40 specie di grandi mammiferi – facoceri, elefanti, bongo, scoiattoli volanti, leopardi e scimmie non solo antropomorfe – e con oltre 275 specie di uccelli e innumerevoli rettili, anfibi e invertebrati)
Qui Lì si trova una passerella di legno che attraversa la lussureggiante vegetazione. Autentico “polmone verde”. Un “relitto green” nelle patrie “verdi” della Terra
Qui, passerelle con paletti d’acciaio per elettroni e … “nissune simie dal cul spelât”
Adesso che il polmone, quello d’ Europa difetta, sarebbe bello contrarre un nuovo buon matrimonio con la parte complementare. “Sacramentalmente e benedetto da Dio stesso (magari alla presenza di un buon Sacerdote quale testimone dell’ atto creativo per conto del Creatore di tutte le cose) !”
E potrei testimoniare a favore di tentativi di matrimoni interculturali, intercontinentali: per i “preliminari”, la scorsa stagione, sono già stati coinvolti tre giovani formatori – Paolo di Elisa e Volveno; Enrico di Mauretta e Domenico; Nicola di Kathia e Fabrizio, originari o propriamente residenti a Lauzacco, passando un po’ di tempo in un centro salesiano … d’ Egitto !
Ovviamente. ogni moneta ha un suo dritto e un suo rovescio. Volendo declinabile al femminile: ogni denaro ha una parte retta e una storta.
La cosa vale quindi anche per i religiosi, per ogni specie di frati e/o di suore ! ? )
Alle pesche trattate – senza maniacali fissazioni al riguardo – ho pensato acquistando al supermercato un vasetto di marmellata per far colazione con pane burro e caffè latte alla mattina. (Nella vanità avevo altre quattro opzioni: frutti di bosco, fragola, ciliegia, albicocca).
Inoltre, coincidenza, subito dopo dai telegiornali delle 14.00 e più tardi la sera 19.30 hanno parlato di Fiumicello Patria dei Regeni. Per fare lì, dove un tempo regnavano incontrastati i pescheti, un nuovo tipo sperimentale di “Agrifotovoltaico” … da accoppiare a quelli flottanti sull’ acqua di falda che ha riempito le cave di ghiaia dismesse in quel di Castions di Strada. Ma non di Gonars …
Anche intorno al casolare, i Rizzi, fra Percoto, Selvuzzis e Lauzacco, coltivavano e vendevano “PIARÇUI”
PESCHE più o meno avvelenate ma con odore e sapore. Nella infanzia, da bambino mi mandavano in bici con la sporta e i soldi contati … per prenderne per casa. Ma solo a luglio.
Patrie a Nord-Ovest. O proprio a Ponente di pomeriggio
Questa pozza mi è tornata in mente qualche giorno dopo (martedì) : avrebbe dato estemporanea ospitalità, sarebbe stata matria sicura, per una generazione di rospi. Spero di avere occasione di parlarne. Al più presto !
Patrie energetiche a Risano
Mi sono, quindi, inoltrato
nei luoghi della Santissima Trinità
si finisce alle patrie galere … oppure sepolti … Qualcuno di genere più o meno compatibile, mi ha detto ridendo, se vado preparando la mia tomba … Sarà stata una minaccia ?
Nel vicino stagno, nella vicina “fuesse de santissime Trinitât” si fermava sempre, naturalmente l’acqua. Le tiphe , in terreno argilloso e impermeabile, ci sono ancora.
Li quando andavo alle scuole medie di Risano, c’erano, come più volte riferito, le Emys orbicularis. Le ormai rarissime tartarughe palustri d’Europa. Tagli le radici di una specie vivente e tutto il Creato si secca !
Una patrie e matria di natura, BUONA
Il deflusso delle acque raccolte in fossa, percolante e con lentezza passante attraverso le argille, finiva per dare in falda un acqua filtrata e, per non farla lunga, … già BUONA!
Per il luogo, fossa e patria de santissime Trinitât, nonostante i pareri diversi, l’ anno scorso avevo dipinto il Cristo crivellato di colpi. Qualcuno ha sempre interesse a provocare e mantenere le guerre. Affamando i popoli nati fratelli !
Patrie del mondo
In tutte le patrie del mondo, compresa ovviamente la mia, urtano la forma ingannevole e la rincorsa smodata alla sostanza delle cose. Ci salvi la “divina Misericordia” la sua Eucarestia (siamo tutti pulli immaturi facilmente predabili da sparvieri arcaici e con poco cervello. Solo macchine da guerra !)
https://www.youtube.com/watch?v=2SDAWG2CiPw
Patrie ultime, “novissime”. Qui si va al sodo !
Da Famiglia Cristiana la rubrica del Cardinal Gianfranco Ravasi https://www.famigliacristiana.it/blogpost/paradiso-e-inferno.aspx
salût de Patrie dal Friûl col grifone di Bertrando francese, “arcivescovo ” di Aquileia, in copertina sopra il Tagliamento – fiume d’ Europa. Una “Terra di mezzo”
♣ MERCI (non è solo un trenino lungo treno pieno di beni di consumo che passa. Ma parolina francese che resta carica di … ) GRAZIE (anche la sera. Prima del buio)