Se “Mario” fosse andato per ungere … con buone intenzioni, sarebbe stato chiamato per nome. E, forse, trasformato in … musone
Ecco l’importanza dei generi: le donne (talvolta, quando agiscono “FUORI DAL CORO”) fanno la felicità dell’ uomo !
Il Signore vi ha fatto entrare in una terra
dove scorrono latte e miele;
la legge del Signore sia sempre sulla vostra bocca. Alleluia. (Cf. Es 13,5.9)Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 28,8-15In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.
Parola del Signore.
Chiamati dal santo Padre in Piazza San Pietro per la preghiera del Regina Coeli (già signora di Nazareth, la Madre di Gesù), con lui, in questo Lunedì dell’Angelo 2024
Papa Francesco augura buongiorno e buona Pasqua
«il Vangelo ci mostra la gioia delle donne al sepolcro, dopo corsero a dare annuncio ai discepoli».
L’emozione provata nel vedere il Risorto provoca in quelle donne una gioia incredibile: «condividere la gioia è una esperienza meravigliosa e la impariamo da piccoli, come un ragazzo che prende un buon voto a scuola e vuole subito comunicarlo ai suoi genitori». La felicità è difficile esprimerla a parola ma abbiamo il desiderio di condividere, come le donne del sepolcro sperimentarono nel Lunedì dell’Angelo: «la vista di Gesù risorto cambia la loro e la nostra vita per sempre, è la vittoria della vita sulla morte, della speranza sullo sconforto, Gesù ha squarciato il buio del sepolcro per sempre e riempie di luce qualsiasi cosa».
Con la Resurrezione, ogni oggi può sperare in un domani
«la gioia della resurrezione è vicinissima, è nostra perché ci è stata data nel battesimo. NON TEMETE
Non rinunciamo alla gioia della Pasqua». Per alimentare quella gioia è possibile solo incontrando il Risorto nella eucaristia, nel suo perdono, nella carità vissuta: «la gioia quando si condivide aumenta, la Vergine Maria ci aiuti ad esserne testimoni gioiosi».
Per assaporare la Pasqua coi suoi cinquanta giorni a disposizione per “metterci a posto”(se i quaranta della Quaresima non ci fossero bastati), richiamiamo alla mente quanto ci è stato detto e predicato gli scorsi giorni. A partire da giovedì, col “triduo”.
(Dal Polychronion espresso da monsignor Guido Genero per i “Giubilei sacerdotali” a inizio della “Messa del Crisma” in cattedrale a Udine agli auguri del coro di voci femminili di Terzo d’ Aquileia, Polivoice)
La Passione del Signore, nel Venerdì Santo ha chiamato tutti (forse!) a riflettere sulle proprie convinzioni. Non ci sono appunti del giorno. Giorno di silenzio “il Signore dorme !”
(Abbiamo rischiato di svegliarlo ! Per il fuoco ho tagliato in pezzetti i rami a suon di colpi di mannaia tutta la mattina e nel primo pomeriggio di Sabato mentre moto falciatrici segavano erba, su e giù lungo i dolci pendii infiorati del vicinato. Che sbadati !)
«Tante volte ho toccato con mano che Gesù continua anche oggi a portare una reale risurrezione e trasformazione della vita in chi fa di Lui “la Via, la Verità e la Vita”.
Auguro a me e a tutti voi di fare l’esperienza di esser purificati dal lievito vecchio che ci intossica e di ricevere dallo Spirito Santo di Gesù l’unico lievito buono, quello del suo amore».
Con queste parole e questo speciale augurio, mons. Andrea Bruno Mazzocato ha concluso l’0melia della solenne celebrazione di Pasqua in Cattedrale a Udine, l’ultima celebrata dall’Arcivescovo , prima del passaggio di testimone con il nuovo arcivescovo, mons. Riccardo Lamba.
Solo lui ci apre le porte della vita, quelle porte che continuamente chiudiamo con le guerre che dilagano nel mondo.
Possa la luce della risurrezione illuminare le nostre menti e convertire i nostri cuori, rendendoci consapevoli del valore di ogni vita umana, che deve essere accolta, protetta e amata.
Da un paio di settimane Volveno mi chiama “San musòn” … (detto di persona ” santa, taciturna, scontrosa ” !)
«Cantate cantate tutti è la Pasqua del Signore è la festa dei viventi»
Come capita durante le celebrazioni del papa nelle basiliche pontificie accompagnate dalla Cappella musicale sistina, anche in Parrocchia a Lauzacco, dove, quando al canto delle donne si uniscono alcuni uomini, si strappa un applauso alla gente durante la Messa CANTATA di Pasqua .
Nel luogo, per le grandi occasioni, infatti, si canta e si prega da Dio, ed è vero !
Ricorda questo all’ ambone la dotta suora salesiana dell’ Asilo di Pavia “il più bello che ci sia”. Come è scritto sulla porta.
(Le suore della stessa specie tengono o tenevano asilo per bimbi anche a Percoto. I nostri figli han passato più tempo con loro che con il papà !)
A fine Messa, a Mauretta, scesa dalla cantoria, ho ricordato ciò che dice di me suo cognato (Volveno)…
“san musòn san musòn” ha ripetuto più volte ridendo… felice e contenta come una pasqua
In navata – quindi – la gioia pasquale è stata contagiosa.(Che bello servire a qualcosa !)
Val la pena richiamare Volveno che ieri sera al ritorno da Palmanova mi ha detto :”Ti piveti doman cuant co passi”.
Così – senza potermi muovere – tutto il giorno – fiducioso – ho atteso il suono del clacson di quel suonatore del piffero. Un clarinettista. Diplomato !
Francoise a causa dello “smisurato ego” di Picasso, lo piantò lasciandolo a meditare con le pive nel sacco. (Come si può chiamare l’ “EGO” della donna ?)
Il nome del pittore, anche ai nostri giorni, è meglio ricordato, ma lei, nata acquarellista, seppe dargli una bella lezione. (“Chi si somiglia si piglia “ direbbe don Sandro. Erano della stessa pasta, coi medesimi pregi e difetti e … con molte differenze. A cominciare dai generi !)
♠ Nella tempesta, perfino i pomodori sono bombe caricate di sangue che piovono dal cielo. Siamo “uomini e donne di poca fede ! “