umiltà. Con quale principio?

“L’umiltà, principio di ogni virtù” è stato il titolo ed il tema della meditazione del primo “QUARESIMALE D’ARTE” di oggi 10 marzo 2019 in Cattedrale a Udine. Se lo scorso anno mi ero permesso di “lanciare una sfida” adesso ho potuto solo … ascoltare. Chissà che pensando e riflettendoci su non riesca ad esercitare abitualmente con costanza questa virtù cristiana de l’umiltà così da essere in comunione con Dio e i fratelli!

umiltà è scritto sulla lama

Davide e Golia Roma CARAVAGGIO prove illustr.

 Le lettere “H-AS OS”, sono la sigla che riassume il motto agostiniano “Humilitas Occidit Superbiam” (l’umiltà uccise la superbia).

Di fatto la fondamentale virtù della umiltà è capace di vincere  il supremo vizio della superbia (orgoglio). No a rivalità e vanagloria (con S.Paolo ai Filippesi)

La preghiera di Santa Teresa di Lisieux  l'umile teresina

si conclude con la giaculatoria :

« Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo  »

La stessa ripresa dall’ arcivescovo alla fine della catechesi e dall’arciprete del duomo nel saluto al termine del quaresimale per sottolineare  l’umiltà.

Mi ha particolarmente interessato (devo approfondire !) la figura dell’ africano/romano Tertulliano,oggetto di una catechesi di papa Benedetto XVI nell’ Udienza Generale del 30 maggio 2007 che isolato per le critiche espresse  finì per abbandonare la Chiesa … Benedetto XVI osserva che gli sono mancate la semplicità e l’umiltà di accettare i limiti  e le debolezze sue e della Chiesa.

Evidenzia  di come il letterato/filosofo cartaginese si fosse curato solo del suo pensiero …perdendo così la sua grandezza!

“…solo Dio è santo. Noi invece abbiamo sempre bisogno del perdono”

( Perdono .Certamente!  Il mio quesito: il perdono deve sempre essere unilaterale?

Semplicità e umiltà: pensavo di averli fino a qualche anno fa. Consideravo tutti gli altri superiori a me stesso e le osservazioni non erano – e non sono – di condanna. Dev’essere stata “falsa umiltà”,  “umiltà pelosa“. Ma adesso posso migliorare facilmente per via dei pochi capelli!)

Avevo un buon motivo per ringraziare di persona il mio vescovo e lui mi ha stretto il braccio, così sono potuto uscire sereno dalla cattedrale.

Riprendo il giorno 11

Ognuno ieri a modo suo ha esemplificato la pratica della principale virtù . Ognuno sa. Dico solo del Vicario Generale  che è venuto a sedersi in spalle a me a lato del pulpito da dove si “domina” il duomo. Avevo infatti notato il suo ingresso in chiesa anticipato dal gesto di togliersi il caratteristico berretto con visiera. Rispettoso del luogo si era rivolto all’altar maggiore e quindi al Santissimo presente nella cappella di lato.

Senza esitazione ha puntato al banco in mia direzione. Ci siamo salutati. Con rispetto. (Ricordo che lo scorso anno l’ ex Vicario si sedette al fianco. Ne ho scritto)

Con tutto l’affetto e simpatia che monsignor Genero merita, sottolineo lumiltà nel porsi,  la mansuetudine e la pazienza nel sopportare ( con amore) una persona molesta.

 

 

Quanto a me, stavo un poco vergognoso immerso , affondato nella giacca  di superbo color senape . Anche le calde scarpe di un paio di numeri più grandi, “in crescita”, vagheggiavano l‘ orgoglioso distacco dalle cose semplici e umili.

 

Monsignore dev’ essersi saziato con la visione del würstel che gli stava innanzi: anziché al vicino supermercato per comprare il pane … di domenica (com’era capitato  tempo fa ad entrambi) l’ho intravvisto presente – finito il quaresimale – dietro la vetrina della libreria con un testo in mano. Improbabile che fosse sul montanismo. Ma anche sulla Trinità !

 

Prima, il Vicario in realtà – per le note competenze musicali – aveva scelto il posto migliore per l’ascolto delle – mobili – giovani voci femminili  di San Michele del Carso

 Bodeča neža dirette da Mateja Černic

http://www.bodecaneza.si/o-nas?lang=ita

http://www.bodecaneza.si/o-nas/kdo-smo/zborovodje/mateja-cernic?lang=ita

Teatrali e coreografiche quel tanto che basta (eccessi eventualmente addomesticabili semplicemente chiudendo gli occhi) per essere cullati dagli effetti stereofonici, “in eco” del loro vasto repertorio.

C’era stata una precedente occasione nella quale mi sono sentito abbracciato ed accarezzato dai suoni. Con rammarico, lo scorso anno, il gruppo vocale fu sostituito nell’appuntamento già annunciato, con un altro coro… Maggior piacere quindi nel ritrovare le ragazze carsoline! GRAZIE a loro e all’ impegno chi le ha chiamate.

L’umiltà di Gesù e di Maria

L’arcivescovo nella Catechesi ha correlato la Madre e il Figlio quali esempi della virtù:

col capitolo 2 della lettera di San Paolo ai Filippesi

5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
6 il quale, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
7 ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
8 umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.

e citando  il “Magnificat”.

Questa mattina ho letto su “LUOGHI dell’INFINITO” di marzo la dotta spiegazione di tutta la teologia e spiritualità compresa nel

l’umiltà nel “Crocifisso di San Damiano”

L’articolo  di Maria Gloria Riva è titolato “La tavola di colori che parlò a Francesco”

Coincidenza: simultaneamente ero avvolto da tre immagini dello stesso soggetto. Alla nitida foto della rivista si accompagnava la riproduzione su una ceramica sagomata che mi vegliava dall’alto della parete sopra la porta d’ingresso (un regalo antico di don Piccoli alla famiglia. Don Alcide la diede a me quando mio padre riuscì a riparare la nostra casa) e dalla parte opposta quella che mi aveva colpito sull’ultimo Bollettino  de “la Madonna di Barbana”umiltà del crocifisso

Mi aveva colpito la ardita umiltà di  sovrapporre la mano del discepolo a quella del maestro (quasi un rinnovato san Tommaso)

E anche l’abbraccio che raccoglie  – con avidità – il sangue versato dal torace e destinato alla Chiesa: Giovanni è nascosto forse espunto . La sola Maria – madre di Gesù- la umile – contempla di lato. Con la mano al mento per dire il suo dolore, sempre indica e offre il suo Gesù.

Il nodo di Salomone

«…, presente in quasi tutti i crocifissi antichi e in tutte le pavimentazioni musive delle cattedrali romaniche. Questo nodo, tirato per un verso si apre facilmente, ma per l’altro si chiude irrimediabilmente. Così era la sapienza salomonica, ma ancor di più è la potenza di Cristo: egli se apre, apre in eterno; se chiude, chiude per sempre. …» (dall’ articolo di M.G.Riva madre superiora delle monache dell’Adorazione Eucaristica)umiltà delle croci

Per Lignano pensavo alla nudità totale …

umiltà nella nudità

Stazione X Lignano Sabbiadoro “Via Crucis” Versione originaria !

Lo scorso anno alla fine dei “quaresimali” il Crocifisso era cosìumiltà della pietà

 | La venerabile Concetta Bertoli ( l’umiltà di accettare la croce per trentacinqie anni)

sepolta in cimitero, nel 1973 fu traslata e tumulata nella chiesa parrocchiale di MERETO DI TOMBA . Oggi 11 marzo  sono 63 anni dalla morte.

Preghiamo anche per l’amarezza e la delusione del postulatore per la causa di beatificazione della “Crocifissa” padre Aurelio Blasotti – francescano – che intende lasciare …

L’umile  “Donna del Magnificat”

Nel precedente articolo del 28 febbraio “La mitezza femminile” ho mostrato il tondo che copiava la ” Madonna Benson ” di Antonello da Messina. In questa decina di giorni ho lavorato alla tavola a più riprese . Essendo che la tavola originaria è classificata comeolio “, sopra gli incarnati realizzati a tempera all’uovo questa mattina ho potuto sfumare. In quattro ore  ho risolto quanto sarebbe costato molti altri giorni. E nel primo pomeriggio di oggi  la copia – tempera e olio su tavola –  si presentava così

umiltà della madre di gesù immagini in sequenza

Nel catalogo della mostra (Giorgio Vigni e Giovanni Carandente, Antonello da Messina e la pittura del ‘400 in Sicilia -Messina, Palazzo Comunale, 30 marzo-25 giugno 1953)  Vigni definì questa Madonna col Bambino  « purissimo idolo solare ».

«Antonello possedeva il segreto di dipingere pulito e limpido come forse nessuno allora in Italia» (Papini)

A tavola già impostata avrei voluto, come dicevo, non fare una copia pedissequa. Ho pensato a Maria come

porta del cielo

Rimosso il paesaggio appena abbozzato. Un fitto tratteggio di giallo, verde e rosso  doveva rimandare all’oro. Qualche tratto più scuro evocare fili d’erba (pascoli eterni)… Ho pensato al manto … la malachite sarebbe stata perfetta!

Ma l’idea di cielo? Azzurrite, lapislazzuli

No. Il tono non è quello di Antonello!

Ho voluto provare con il non meglio precisato “celeste di vanadio“…Un colore da cuocere per la ceramica. L’imprimitura di grafite  e di quel “grigio/indaco” , del quale non so niente, che mi ha “fregato” più volte !!!

Mentre la mano sinistra raccoglie il divino, il pollice dell’altra mano nella Janua Coeli orientano

Infine il celeste è prevalso. Con pazienza, gli umili miti colori si sono fatti strumento. Grazie Antonello.