“due a due”, non soli. Meglio tre!

Ci provo: i Dodici  ( e i discepoli) sono inviati “due a due”.

Questa mattina , al risveglio, il pensiero è stato nitido.

Ai limiti, ma logico. Opinabile però tendente al meglio. Non so se sarò in grado di tradurlo! Ci provo: i Dodici  ( e i discepoli) sono inviati “due a due”. Così un uomo e una donna diverranno uno per accogliere un altro. E saranno tre. Il matrimonio cristiano invoca da subito la terza presenza., per “la buona o la cattiva sorte”. Non ho conoscenze e profondità per darmi una risposta, ma posso ripetere la banale – forse superficiale – domanda che mi sono fatto: “Nelle coppie divise come sarà ripristinata la dualità?”

Il piacere di uno può essere il dolore – umano – dell’altro

http://www.famigliacristiana.it/blogpost/le-donne-discepole.aspx

C’erano quindi due gruppi. Uno di genere maschile , l’altro femminile (più generoso nella sostanza che nei numeri!) Formavano un  corteo errante (in movimento!).

…” Le donne, che nella società giudaica antica non erano neppure un soggetto giuridico, sono invece le compagne di viaggio e di missione di Gesù, al quale offrono quanto posseggono con una generosità che non sarà certo testimoniata da uno degli apostoli, Giuda, che «era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro» (Giovanni 12,6).”

(Per ” l’ amicizia e la sintonia” grazie al Cardinale Presidente)

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/i-discepoli-partono-due-a-due-br–non-soli_20150709

Pur avendo sospeso l’impegno al chiostro  ho pensato alla liturgia della prossima domenica. Dopo “le Tentazioni” alla II di Quaresima c’è la

“Trasfigurazione”
(Il quadro negli anni – alle Grazie – è già stato esposto molte volte , per la festa di agosto e nelle Quaresime. E per altre occasioni già relazionate sul sito. Oggi l’ho fotografato nuovamente)

Con Gesù sul Tabor ci sono le due figure di Mosè ed Elia (Legge e Profeti). Tuttavia, per momenti salienti, il Signore ha voluto con se Pietro, Giacomo e Giovanni. Tre. E con gli stessi – singolarmente –  si è variamente relazionato. In queste occasioni il mini gruppo probabilmente si  è  suddiviso, frazionato in una doppia coppia.

Non sono in grado di ponderare i diversi episodi, ma ho pensato a questo e di conseguenza ho pensato alla preghiera in comune nelle chiese o in ogni luogo. Alle associazioni, ai movimenti cattolici e quali le possibili alleanze nel cammino missionario all’interno di essi se il mandato specifico è: “due a due”!.

Il filo logico nel ragionamento parte da una proposta che mi è stata fatta e che vedremo quanto prima affinché possa decidere per tempo. In questo caso ci potrebbe essere una relazione binaria ma nel contesto di una moltitudine. Per giunta chiassosa!

Copio e incolla da La Vita Cattolica

Preghiera, luogo della Trasfigurazione

17 marzo 2019
Domenica II
di Quaresima

I passi di questo cammino quaresimale si dispiegano dal monte Tabor al monte degli ulivi e si dirigono verso il monte Calvario;

i nostri occhi che in questa domenica contemplano il volto glorioso del Cristo, guarderanno il venerdì santo il suo volto umiliato in cui si manifesterà definitivamente l’immensa gloria di Dio. Sul monte della trasfigurazione, a Pietro Giacomo e Giovanni, il Signore, raccolto in preghiera, vuole mostrare la sua divinità; nel suo infinito amore, li prepara alla croce senza pretendere che colgano immediatamente il senso profondo di ciò che accade su quel monte. Ancora una volta risuonano nella nostra mente le parole che il Signore rivolgerà a Pietro durante l’ultima cena: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo».
 È consolante contemplare il Maestro attraverso queste espressioni; non pretende ma attende; prepara e aspetta che i suoi colgano e rileggano tutto il senso della loro vicenda attraverso l’evento della risurrezione.

Guardando il monte della trasfigurazione, il credente scopre in questi gesti, in quelle parole ciò che accadrà sul monte degli ulivi.

Gli stessi uomini che vedono il volto di Cristo trasfigurato, vedranno nel Getsemani il volto di Cristo sofferente; il Vangelo ci mostra che tutto ciò è possibile, non perché i galilei siano mossi da un proprio desiderio, ma perché è il Signore che vuole che vedano. Sul Tabor come nel Getzemani, Luca li descrive oppressi dal sonno ma scrive anche che al risveglio essi sono in grado di vedere il volto glorioso di Cristo e inconsapevolmente riconoscere Mosè ed Elia. La scena è altissima, Dio stesso fa irruzione nella loro vita a tal punto che essi sono in grado di sostenere lo sguardo divino, quello sguardo che nell’Antico Testamento viene descritto come inaccessibile; chiunque avesse visto il volto di Dio sarebbe morto. A Pietro, Giacomo e Giovanni, Dio fa grazia; sul monte della trasfigurazione i discepoli vedono la divinità di Cristo; scorgono la dimensione intima della vita del Signore, sentono le parole del Padre che dichiara il suo amore per questo suo Figlio: «Questi è il Figlio mio, l’eletto, ascoltatelo».

I tre uomini di Galilea accedono alla dimensione d’amore di Dio;

Dio non esclude ma include l’uomo nella sua vita, gli permette di varcare le sue soglie inaccessibili. La storia antica con Mosè ed Elia converge definitivamente verso Gesù, e da Cristo viene proiettata verso il futuro fino a quando i tempi di tutta la storia saranno ricapitolati in Lui. Luca scrive che Gesù porta i suoi verso il monte; in questo versetto scorgiamo un senso molto più profondo; nella nostra preghiera quotidiana solo Lui è in grado di portarci verso l’alto, solo Lui può trasfigurare il nostro volto e mostrarsi a noi, Lui nella sua divinità.
Origene di Alessandria nel III secolo d.C scriverà: «Possa il Signore Gesù porre le sue mani sui nostri occhi, perché iniziamo a volgere lo sguardo non alle cose che si vedono, ma a ciò che non si vede, apra a noi quegli occhi che non scrutano le cose presenti, ma quelle future, e sveli a noi quello sguardo del cuore mediante il quale si vede Dio in spirito».

don Davide Gani

Il benemerito Signor Aldo Taboga con una foto mi illumina più di ogni altra parola sulla figura di un giovane Sacerdote che non conosco: don Davide Ganis

https://www.natisone.it/messe/messe1052.htm

Ho subito guardato la grande immagine orizzontale compresa fra le diciture ESTRATTI ALL’INIZIO e ALLA FINE DELL’OMELIA  e  CANTO  ALL’OFFERTORIO. Tutto è in relazione col Sacerdote. Tutti (anche i due o tre che guardano altrove) sono in attenti alle sue parole. Val la pena di ascoltare tutti  i contributi sonori … Spiegano e confermano.

Col compianto monsignor Marco Del Fabbro una grande perdita per San Daniele. Tuttavia quel “Vogliatevi bene” tre volte ripetuto dovrebbe evocare la sua presenza in maniera reale  – che è anche quella del Signore –  ogni volta che si attua l’esortazione.

Il carisma  di don Gani non è da tutti. Ma ognuno ha il suo…

Uno dei primi rimandi digitando “don davide gani” è a “bota fè”

O quando ho insegnato al Bearzi (Istituto salesiano) direttamente o indirettamente da Marco che lì si è diplomato anche senza studiare o tramite gli altri nostri figli che hanno (fatt) frequentato la scuola materna salesiana di Percoto ho sentito le parole “bota fè”, ma ho dovuto cercare il significato: https://books.google.it/books?id=MFWOBAAAQBAJ&pg=PT125&lpg=PT125&dq=cosa+significa++bota+fè&source=bl&ots=PiVQC61E-V&sig=ACfU3U3oevB8Q1eDjcbmh2dettybiKtw-g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiywrPF0ILhAhUSDOwKHYZaD2gQ6AEwCHoECAEQA

Attualmente il sacerdote è il

direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia  http://www.diocesiudine.it/wd-annuario-persone/davide-gani-8423/

(buono a sapersi!)

Per fedeltà voglio aggiungere il commento di don Fabio Rosini http://www.famigliacristiana.it/blogpost/ii-domenica-di-quaresima-anno-c—17-marzo-2019.aspx


16 marzo  Ilario e Taziano Santi Patroni di Gorizia

Con Ermagora e Fortunato  Patroni di Udine formano una doppia coppia sorta da Aquileia. Alla soppressione del Patriarcato( papa Benedetto XIV il 6 luglio 1751) fra i santi sono stati scelti questi martiri per essere titolari delle Arcidiocesi derivate.

Il 26 novembre 2011 l’altro papa Benedetto XVI  ha nominato arcivescovo titolare di Aquileia Charles John Brown


Ieri, tutto il giorno ho lavorato in corrente d’aria. Oggi pago le conseguenze. Domani …

Diciamo che … ho perso il filo del discorso!

Allora prendo in mano il Breviario Famigliare Anno C

Qui nel 1991 era Raffaele Crovi a chiudere la sua pagina di commento alla liturgia della II DOMENICA DI QUARESIMA:

… « Nel momento della sua gloriosa trasfigurazione Gesù ci invita a meditare sulla sua prossima morte; lo fa per ricordarci che la sua morte è l’antefatto della sua risurrezione.

Morte e vita, penitenza e rigenerazione, Quaresima e Pasqua, Purgatorio e Paradiso, fede e salvezza, giustizia e amore, peccato e grazia sono gli speculari binomisu cui si fondano la coscienza, l’esperienza e la speranza cristiana. »


Domenica 17 marzo

Ancora, in attesa, cerco il  “filo

Vignette da concorsi “umoristici”

Titolo originario:“Il solco”/muro  (Terribile!)

Paletti-la via maestra

Il drago -giochi olimpici Made in China

Sarà un “filo di seta” lungo la “via” ?

giovanni paolo II ci aveva provato …

ma ci sono altre priorità

 

Pasta-amore-tecnologia DOLO 2002

Un filo di perla e molluschi tema:Femmina Aalter Belgio

Mono + mona Tema :BICICLETTA 2013

smagliatura- Libertà

nella migliore delle ipotesi, si torna al Padre .

 Altre volte si taglia!

Perdono od oblio? (Dostoevsky)

Esegesi Card.Gianfranco Ravasi

Pax ? in catalogo

Francesco e Chiara