CANCIANI e GIOVANNI due nomi sonori

È mancato il maestro Giovanni Canciani di Paulâr  (quello de “LA MOZARTINA”). Nome e cognome sono talmente pieni di rimandi da risolversi preferibilmente col …silenzio.

http://www.cjargne.it/mozartina/canciani.htm

 

Anche padre Claudio, quando nel pomeriggio ho raggiunto il santuario dal retro, mi ha detto che la cosa migliore è il …silenzio.

Io arrivavo in bicicletta lui stava partendo con la sua. Era uscito dalla porta del convento, ma il portone del chiostro era ancora chiuso.

Mentre toglievo berretto e guanti mi chiedeva …

Quasi subito mi ha chiesto di Eco.

Umberto Eco. Ricordo di aver trovato un cartone ribaltato con articolo e grande foto del Nostro in evidenza, appeso sotto la finestra.

Il foglio di giornale però  era stato usato come  vile “contrappeso” , compensazione a quanto avevo incollato sul davanti. Non c’ erano “dietrologie” !

(Ormai tutti pensano che io sia capace di “ogni azione” !)

Cadere sul solito discorso mi  è inevitabile… Ma lui senza riflettere ha esclamato : “Meglio tacere! “

Per convincermi mi ha detto subito due o tre nomi che dovevano essere sonori. Altisonanti. Così importanti che non credo di averli mai sentiti. Forse filosofi, ma io sono davvero ignorante!

Poi ha nominato una mistica molto studiata da Benedetto XVI… Ho tagliato bruscamente. Non ho affinità per i ” mistici”. Qualche battuta ancora sul “giudizio finale”. Ricordo che gli ho detto che non ci sarà con me nessun “movimento”… nessun alleato o compagno. Sarò solo (come adesso!)

(SE NON PARLANO LORO, COSTRINGONO ME A FARLO. I METODI COERCITIVI SONO IMMUTATI NEI SECOLI. RIMARREBBE IL “FILO” DELLA CARITÀ…  Sarebbe un’occasione d’oro per i “più grandi”.)

Vedremo!

Fatto quanto dovevo ero pronto a tornare a casa.

Non è stato un segno dal cielo ma una punta metallica ritorta a bucare la ruota di dietro.

Un quarto d’ora è andato di sicuro in manovre “diplomatiche” e in pensieri inutili.

Non distante però c’è l’amico Renato con negozio ed officina. Con la camera d’aria ho rinnovato l’impianto elettrico che ho subito collaudato.

Sono partito da Udine  che scuriva sono tornato  a casa col buio.

(Dovrò tornare a saldare. Prudentemente mi ero messo il luminoso giaccone color senape – peraltro invisibile a chi guida guardando  schermi illuminati- ma non sono tornato indietro dalla piazza di Lauzacco a prendere soldi. Ho pensato  che non avrei forato e quindi di sicuro mi sarebbero bastati i dieci euro che avevo in tasca…

Guai a pensare male!)

“intorno al BAMBINO” t.miste su cartone su tela cm 70 x 70 (dettaglio con l’Annunciazione)

Nel sotto chiesa della Parrocchia di San Pio X

è visibile in bella mostra il quadro sopravvissuto lo scorso anno per tutto il “ciclo del Natale” a tutti gli insulti ambientali.(Se qualcuno ricorda l’ho ritirato dal chiostro , “strafondo”, gonfio di acqua …). Presento il particolare  di “intorno al BAMBINO” che illustra il vangelo odierno (20 dicembre).

Anche il bozzetto di sotto ha lo stesso soggetto

Rosario Galoppi  che ha curato la rassegna di PRESEPI IN CITTÀ ha voluto dedicare uno spazio della esposizione alla MADRE DI DIO. Qui si vedono due copie che feci anni fa.

A sinistra su cavalletto un ricostruito Simone Martini dal Polittico di Orvieto http://www.travelingintuscany.com/arte/simonemartini/politticodisandomenico.htm

e in secondo piano, al centro la tavola da Rogier van der Weyden https://www.museodelprado.es/en/the-collection/art-work/the-virgin-and-child-known-as-the-duran-virgin/71eaabd3-2232-449e-9e01-4f302ebbe3e0

Rosario ha saputo evolversi: da Bellini ( la ceramica col Bambino benedicente in primo piano) a Rupnik ( la luminosa Sacra Famiglia a mosaico sulla destra).


Questa mattina, nella posta, c’era l’ Omelia di padre Ermes Ronchi relativa alla scorsa domenica.

(mi permetto di sezionarla )

Dopo una prima parte che lo vede emotivamente partecipe e concorde col profeta Sofonia il commento si sposta sul vangelo:

[…] un vangelo con i piedi per terra, che ci riporta diritto dentro il quotidiano, dopo i voli sul venire di Dio per monti e burroni.

Giovanni: un profeta duro, respingente quasi, che non te le manda a dire.

Va da lui gente che non va al tempio e gli rivolgono tre domande concrete su cosa fare, su come agire. Domande importanti perché il modo con cui trattiamo gli uomini raggiunge Dio, il modo con cui parliamo a Dio raggiunge gli uomini.[…]

Non puoi cantare in chiesa gli inni sacri e poi disinteressarti della sorte dell’uomo.

Non puoi pregare e non seminare, sulle macerie della storia, sulle asperità e sulle bellezze del vivere, i germi di un infinito amore.

Giovanni risponde con tre leggi per l’agire umano. Semplici, fattibili.

La prima regola: chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto.

Una regola d’oro, che da sola basterebbe a cambiare il mondo. Sulla terra c’è tanto pane che a condividerlo basterebbe per tutti.

Prima legge: prenditi cura di qualcuno.

Una regola che sostituisce l’economia dell’accumulo con l’economia del dono, lo shopping con la condivisione. Una nuova legge di mercato, che si riassume così: ciò che io ho, / e tu non hai, / lo condivido con te.

[…]

La seconda regola: Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato.

La proposta di Giovanni è così semplice da sembrare raggiungibile: la seconda legge per vivere insieme è una insurrezione di onestà, la rivolta degli onesti: non rubare.

Invece la cupidigia, la bulimia di denaro, ti porta a calpestare gli altri, a metterti in vendita, e inizia la corruzione. Nella classifica delle nazioni più corrotte del mondo c’è da arrossire per l’Italia.

Allora, con Giovanni, semplicemente l’onestà. Ma a partire da me e dalle piccole cose.

[Vengono pubblicani e soldati, uomini forti: “e noi che cosa faremo?”

Non crediate che gli uomini forti siano quelli che gridano di più, duri e spregiudicati nell’ azione; quelli sono tutti uomini deboli.

Un uomo grande come Giovanni Battista non ha paura nella vita,

non ha paura di nessuno, perché sa che Dio si trasmette attraverso un atteggiamento di rispetto e di venerazione verso tutti gli uomini, e si trasmette come energia liberatrice dalle ombre della paura che ci invecchiano il cuore.

La terza regola coinvolge tutti quelli che hanno ruoli di autorità e di forza, in tutti i campi: non maltrattate e non estorcete niente a nessuno.

Non approfittate della posizione per rubare, per sentirvi grandi e umiliare; non abusate della vostra forza per maltrattare, o per far piangere. Non siate violenti. Sempre lo stesso principio: Per essere felice devi accorgerti dell’altro.

Giovanni non chiede niente di straordinario, non dice “lascia tutto”, ma cose fattibili: non tenere tutto per te; non essere ladro; non essere violento.

La conclusione: Viene uno più forte di me e vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. È il più forte Gesù, ma non perché si impone e vince, ma perché è l’unico che parla al cuore. E lo segui.

È il più forte perché è l’unico che “battezza nel fuoco”, cioè ha la forza del fuoco, dell’alta temperatura morale che trasforma la vita.

Ha acceso milioni e milioni di vite, le ha accese e rese felici. Questo fa di lui il più forte. E il più amato.

Che cosa dobbiamo fare per essere felici come questo Dio felice?

La risposta ce l’abbiamo sotto gli occhi.

Un puntino, il possibile, lo posso fare io, poi arriverà l’impossibile che spetta a Dio.


Devo aver cantato a squarciagola e fuori tempo,

mi sono reso conto di ciò quando hanno cominciato a guardarmi. Devo aver dato fastidio!

È capitato in chiesa questa sera a Lauzacco. Luca che sa la musica, come negli anni passati, quando è stato libero da impegni ha suonato accompagnando il canto del Missus.

Carinamente da ragazzo educato è venuto in fondo alla chiesa quasi a voler prendere istruzioni da me. Sapeva che ero stato cacciato …

“Se cantiamo il “Rorate” all’inizio, va bene?” Gli ho sorriso invitandolo a prendere accordi col Parroco. Così ha fatto.

A me piace il Rorate e appena l’ha intonato sono partito col ritmo proprio degli ultimi anni.

Dal fondo  e da sordo non sentivo cantare altri. Cantavo forte. Appena mi sono accorto ho smesso di colpo  e non ho più cantato per tutta la Messa!

Ero iper -ventilato per la corsa in bicicletta: da poco tornato da Udine . C’ero andato per saldare il debito di ieri.  Senz’altro Renato mi ha fatto pagare la metà , così sono passato a “La Vita Cattolica “per fare gli auguri e con l’altra metà ho potuto acquistare l’almanacco “Stele di Nadâl” (anni fa ho cominciato la tradizione di regalare una copia alla zia. Perché deluderla?).

L’Economo che stava nel luogo mi ha preceduto nel saluto. Fuori dal “settimanale” l’ho visto infilarsi nel portone della Curia che stava aprendo con le chiavi. Era in compagnia di un piccolo telefono nero col quale conversava. Fatico a comprenderlo !

Anche oggi sono tornato col buio.

Per fare il curioso rischio di sbilanciarmi  e farmi mettere sotto. Da come l’auto si avvicina capisco che la guida è distratta da telefonini. Con lo scuro si vedono benissimo sono tutti illuminati!

Se sarò vivo quest’anno che viene mi porto in chiesa il tablet che avevo preso per la scuola, così potrò leggere il vangelo dell’Annunciazione dallo schermo di luce come ha fatto questa sera una persona in “coro”. È la seconda volta che noto e mi ha dato fastidio!

Ci sarebbe veramente molto da dire. Domenica scorsa la stessa persona  è stata “ambasciatrice” della Chiesa locale (anche udinese) e mi ha ricordato gli obblighi di mantenimento della famiglia …Un paio di volte con toni che parevano minacce: “Beh, se la Chiesa si comporta così, tu cosa fai?” … Potrebbe avere ragione.

(Io sto morendo perché i miei figli almeno non si vergognino di loro padre. …)

Riguardo le confessioni don Valerio ha detto che si sarebbe fermato un altro po’ dopo la Messa.

Ho pensato a più riprese,  anche a casa, che forse avrebbe avuto voglia di parlarmi direttamente e non per interposta persona. Forse anche il Vescovo vorrebbe farlo e non sa come. Vedrò di accreditarmi una terza volta per avere una udienza privata.

(Non ha tempo per gli Amministratori, avrà tempo per me?

Nella lettera pubblica che ha scritto  al sindaco di Udine, mi “è caduto l’occhio” sui doni dello Spirito Santo:

Sapienza – Intelligenza (leggi Intelletto) -Consiglio – Fortezza

non ho il testo sottomano ma non ricordo di aver letto gli altri tre (Scienza, Pietà, Timor di Dio).

Anche in una Ordinazione Sacerdotale aveva trattenuto sei doni e invocato la sola Fortezza per il Giovane

(L’Arcivescovo ovviamente non è tenuto a dirmi nulla  – infatti non mi parla- ma nella mia piccola testa lo SPIRITO o c’è o non c’è. O tutto o nulla. Come una lucerna o è accesa o è spenta!)

Buonanotte.


Buongiorno.

Riprendo per dire che non stavo in fondo alla chiesa .

Quando sono entrato lì non c’era nessuno, allora per avere “compagnia” mi sono spostato e avvicinato all’altro Renato.  Con tutto l’affetto che lui ha compreso mi sono permesso di dirgli: “Mi senti chi ma tu viôt di no sberlâ!” (Mi siedo qui ma tu non gridare!)

(Chissà cosa avrà pensato di me!

Forse per un momento mi ha prestato il suo Spirito affinché potessi gridare sempre più forte:

“FIGLIO DI DAVID ABBI PIETÀ DI ME “!

e potessi così continuare a vedere e seguirlo.)