NEMO propheta in patria (sua)

 NEMO vive in acquario , ma la sua patria è il Pacifico. Come il pesce del film d’animazione della Pixar Animation Studios del 2003, vincitore di un  premio Oscar 2004, non sono muto. (Ho visto il film fuori casa, nel cortile del municipio, con i figli piccoli)

Se solo parlassi, i suoni sarebbero presto dispersi: le stupidate  volare lontano per l’aria o diluirsi in  acque oceaniche. Invece sono costretto a scrivere qui : e tutto rimane!

Spero nella Quaresima che porta alla Pasqua.

Non ce la faccio a vestire sgargiante, a imitare, a stare mascherato da clown, a nuotare nel mare, … devo tornare al mio fiume, al pantano del fondo per vedere il mio cielo. E sperare la patria, che qualcuno mi peschi:

sono solo un ghiozzo

I punti fissati nel precedente articolo sono tracce per quanto avrei voluto scrivere, ma forse non serve esplicitare. Credo possano raggiungere comunque le intelligenze  e magari le coscienze di alcuni uomini ( di Chiesa e di altri aggrappati alla Chiesa!) …

“…non dovete parlare con un matto come lui, cercate di scoprire le sue intenzioni e convincetelo del suo errore …”

Il “Sangue dei martiri” ha medicato una ferita profonda.  Una importante e-mail mi ha raggiunto Domenica  poco prima della Messa. Con emozione e … commozione ho trascorso gran parte del giorno.

Per quanto gradita, opportuna e necessaria la lettera non può dirsi … Provvidenziale

Colma d’interrogativi la presenza  quale celebrante di don (Mons. Dott.) Giuseppe Peressotti – Esorcista

(Non c’è stato bisogno di gridare :“Cosa sei venuto a fare?” …Era la sua prima volta a Lauzacco, seconda patria di sant’Agata. Ai piedi della statua ancora esposta, si è  molto guardato intorno – ha scrutato dappertutto ! Tornerò volentieri a confessarmi da lui: è capace di discriminare fra indemoniati e matti).

Durante l’omelia ha ricordato un aneddoto relativo a San Pio da Pietrelcina … e io, la sera, dopo aver provato vanamente “mille combinazioni” di username e password per accedere a posta e sito, sono stato attratto allo scritto dalla fotografia del papa al cospetto dell’urna col Santo . L’argomento (link al precedente articolo di Famiglia Cristiana) erano le parole di giudizio di papa Francesco sulle persone che passano la vita ad accusare la Chiesa che ha definito  parenti del diavolo. Per rimanere in tema, mercoledì sul treno di ritorno (mi è stato offerto un viaggio a Padova) ,

una Signora mi ha fatto ricordare San Giovanni Rotondo, patria d’elezione del frate da Pietrelcina …

Agevolata dalla verve di Volveno che era stato capace di attivare un intero compartimento del vagone, avrebbe voluto dirmi: Lei (assomiglia a … È riuscita a dire solo Lei…) Dalla mimica, senza presunzione, avevo già inteso: Toni  Servillo!  Non ho mai visto niente del regista attore,  altri me  l’avevano già detto  , ma  non a San Giovanni Rotondo.

Devo averlo già scritto: mia moglie, le ragazze e il piccolo dovevano tornare dalle Tremiti. Al mattino mi avevano abbandonato al santuario e alle altre chiese del luogo tutto il giorno. E alla sera, senza cibo e senza soldi, mi ero abbandonato sulla panchina…Nessuno ha osato parlarmi (immagino il muso!), però una coppia di giovani, alcune signore mi osservavano passando e ripassando … Impossibile essere scambiati per Padre Pio anche se eravamo di strada, di conseguenza avranno pensato di vedere Servillo ! Come è facile sbagliarsi !

Forse si sono accorti dell’errore (:non mi hanno chiesto di fare un selfie assieme!).

Il gregge

fa sempre una certa emozione (sulla strada a Rivoli di Osoppo anche nervoso! Sono arrivato a Gemona, a scuola, con mezz’ora di ritardo).Per Palmanova, domenica scorsa, eravamo in anticipo così siamo scesi dall’auto. Volveno ha immortalato il colloquio bestiale (mi ha spedito la foto accompagnata da queste parole:

Il “buon pastore” e al gjovin cjastron…
al Signôr a l’à plui cjastrons che lu trusin, che agnelis che lu adorin…);

poi è andato a parlare col pastore sardo. Veniva da Trento, con le pecore, a piedi. Il giovane maschio era già interessato al palo della luce che fiutava languidamente.

Tutti impegnati a brucare solo lui ben disposto a rapportarsi con anima viva. E mi è venuto incontro. Aveva gli occhi arrossati, tre/ quattro volte ha battuto in terra con la zampa sinistra … voleva battersi con me. Non ho raccolto la sfida: avrei potuto fargli male!

Tuttavia (mai sottovalutare il nemico) dopo averlo salutato sono indietreggiato come i gamberi coprendomi prudentemente il davanti con la mano. Una, piccola, che tanto basta!  Ciò facendo mi è tornata alla mente una  vignetta – restituitami da “BIUMOR” – “Gradi di Miopia” il titolo.

L’ Onestà è a terra. Calpestabile facilmente se non si presta attenzione!

Il catalogo  spedito da Tolentino nei giorni di Santa Agnese è arrivato dopo un mese. La caricatura segnalata è quella di  Benedetto Croce: “Gente onesta “.Posso archiviare.

Dal pastore sardo Volveno voleva sapere perché alcune pecore portassero un “grembiule” legato in vita fra le zampe .

“Per-ché non mon-ti-no le pe-co-re. Per la car-ne so-no. Tut-te in-cin-te stan-no!”

Ho pensato alla Pasqua, ho guardato al paesaggio in fondo alla mia via fatto da essiccatoio cereali e tralicci imponenti e siamo ripartiti .(Un cane del gregge mi ha più volte fiutato. C’erano anche diversi asini presto scomparsi alla vista. Due adesso stavano in auto alla volta di Palma!)

A Padova

Volveno, non pago della recente Laurea in teologia, ha voluto iscriversi – intanto – al corso di “Mariologia” alla Facoltà Teologica del Triveneto. Così ha fatto leva sulla nostalgia (che non ho particolarmente marcata!) perché lo accompagnassi nella Città dei miei Studi. Tutto spesato ! Ma pago le conseguenze di un pasto offerto dagli amici Maria Grazia e Gianni. Poiché abbiamo consumato loro tutte le riserve della settimana, non oso telefonare nemmeno per scusarmi e ringraziare. In più , tardivamente mi sono ricordato del compleanno di Gianni. Abbiamo brindato col suo vino e stava per aprire un’altra bottiglia. Questa sera non ha chiamato come è solito fare  …( Da sempre offre  la sua umile spalla alle mie lamentazioni.  Egoistiche  lamentazioni. Sa che non ho altre anime vive disposte ad ascoltarmi dalle mie parti!)

Da parte sua Volveno, che è generoso, non si fa di questi problemi.

Anzi, come spesso dice: “Faccio una dieta teologica: mangio ogni ben di Dio!” (in abbondanza!!!)

Maria Grazia e Gianni, perdonateci!

Avrei voluto vedere, speravo di poter vedere, quello che agli Scrovegni non avevo mai notato: l’ “omino” aggrappato alla croce nel “Giudizio Universale” della cappella in contro facciata. Invece, lasciato Volveno in via Seminario alla sua prima lezione, con la coppia patavina  ci siamo avviati verso il centro e

devo a Maria Grazia il merito di avermi indicato la chiesa di Santa Maria dei Servi, che in tutti gli anni universitari ho sempre ignorato !!!

http://www.padovaoggi.it/blog/vivipadova/la-chiesa-di-santa-maria-dei-servi-in-via-roma-a-padova-un-tesoro-da-scoprire.html

Un paradosso,

la chiesa solo di recente, come si apprende dal link , è tornata, dopo restauro, ai frati serviti. Gli stessi di Madonna delle Grazie di Udine dove sono “di casa” (con le bizzarrie di discutibile gusto per essere classificati “Oggetti di fede” che espongo nel chiostro ).

Ho realizzato e collegato tutto in un baleno.

Il Crocifisso di Donatello riportato a Udine nella sua forma originaria

Eccolo ricollocato nella sua cappella, stampato  nella sua nudità.Senza coperture e maschere

Padre Cristiano Cavedon

(Eluana, … e per ciò che mi riguarda, “Arte in chiostro”) Avrei voluto salutarlo, perciò ho suonato al convento. Il sorridente , gentilissimo frate di origini indiane mi ha detto che è trasferito a Piove di Sacco … Le sue domande constatazioni: ” Da Udine?!? Polotto?!” Allora sono partito io con le mie chiacchiere …  Gli ho detto che padre Francesco ha creduto in me lasciandomi esporre nel chiostro … Che padre Philo e Antony (?) È tornato? ha osato interrompermi. Mi sono offerto di salutarli perciò gli ho chiesto il  suo nome che mi ha ripetuto più volte, ma mentre lo pronunciavo a conferma della avvenuta trasmissione , contemporaneamente lo cancellavo. Non ricordo neanche l’iniziale. (Quanto ai saluti è probabile che si sentano molte volte al giorno senza bisogno della mia mediazione. Sono proprio fuori dal tempo!)

L’Angelo d’oro del Santo, non lo ricordavo così

Chissà se don Luciano, con l’Angelo del Castello,  è stato più ardito e tempestivo dei frati conventuali di Sant’Antonio?


Il cardinale mi assicura la continuità e il legame di questa al vangelo della precedente domenica

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/il-signoreeliminail-concettodi-nemico

Ecco! Armato di questi fondamentali,

saputo solo oggi che il mio parroco don Valerio è caduto fratturandosi 4 costole, ho pensato di andare a trovarlo alla “Fraternitas”

Opere di misericordia corporale che la Chiesa prescrive

Gli avi del filantropo professor Attilio Maseri posero l‘ispirato motto sul cartiglio  che  due dei tre corvi trattengono col becco nello stemma.

Ci sono andato in bicicletta con una tavoletta di cioccolato nella tasca… Prima però dovevo “lasciarmi consigliare” dalla Madonna delle Grazie…

Mentre facevo la  breve salita del Largo un poco affannato mi ha fermato una giovane bella signora:

“Senta devo chiederle un favore… Sono ansiosa e devo andare in Farmacia. Potrebbe accompagnarmi? “Una serie di piccoli pensieri mi si sono parati innanzi tutti legati al fatto che avevo promesso a Volveno di accompagnarlo a Palmanova e per le cinque dovevo essere a casa sua.Il santuario che apre alle tre non era ancora aperto. Ho capito che avrei potuto farcela… Mi lasci mettere giù la bicicletta, mi aspetti qui. Arrivo. Glielo ho gridato anche da via Pracchiuso. Poi lì, nel cortile interno delle Grazie ho perso tempo a svestirmi da guanti , sciarpa e berretto per lasciarli sul portapacchi. Avrebbero potuto portarseli via , ma la tavoletta di cioccolato no! Poiché in tasca mi dava fastidio pedalando, l’avevo messa in un sacchetto . Recuperata, l’ho messa di nuovo in tasca e ho chiuso il lucchetto.

Se ne stava già andando.Mentre tornavo dalla Signora la richiamavo, ma pareva non ascoltarmi.Solo quando ero ad un passo si è girata: “Pensavo se ne fosse andato!” […]

Mi ha preso sottobraccio, chiedendomi di accordarmi alla sua velocità. Meglio  alla sua lentezza ! (Era imbottita di farmaci !!!!!)

Conosco il titolare della farmacia , non proprio vicina, che era di turno. Però già mi aveva chiesto di rimanere fuori. E io sono stato ben felice  di assecondarla ! Sanissima fisicamente (parlo da tecnico) palesava un indiscutibile malessere interiore. La luce del sole e l’aria fresca unita ad un po’ di compagnia poteva essere la cura migliore per lei. (E anche per me!) Ha voluto che prendessimo insieme un caffè. Nel Caffè dove fanno il più buon caffè di Udine. (L’amico professore mi ci aveva portato una volta dicendomi le stesse cose).Di fatto l’aroma e il “retrogusto” mi hanno fatto compagnia fino al santuario , dove l’avevo incontrata e dove ci siamo salutati.

Ho avuto tempo per fotografare la parte di totem che mi mancava

E ho avuto anche il tempo per arrivare alla “Casa di riposo per i Sacerdoti”, chiedere di don Valerio e parlare con il pre che stava in portineria.

Non  ho potuto incontrare il parroco e ci siamo salutati al citofono. Alle 17 meno venti ero a Lauzacco.

“La Vita non è tolta, ma trasformata…”

http://www.friulionline.com/cultura-spettacoli/vi-scrivo-dal-paradiso-firmato-federico-tavan/

Evocativo e formidabile il logo! Del folle poeta ricordavo disegni miei migliori,  più somiglianti e meno “sedati” (forse pubblicati e persi !). Dalla sua cartella ho tratto questi

Faccio fatica a comprendere la poesia, questa forma d’arte non mi è congeniale.

Con Federico Tavan ho fatto un breve viaggio in auto. Da morto è tutto più facile: gli si fa dire quello che comoda. Se le sue parole  rumorosamente esternate hanno medicato il suo inferno interiore sono già un regalo per tutti!


25 febbraio

ai Ronchi di Percoto oggi stazionava un gregge di pecore variamente colorate e munite di corna

Molti gli agnelli forse nati questa mattina mentre passavo in bici per andare in posta a Percoto. Non avevo la macchina fotografica. Così sono ripassato subito dopo mezzogiorno

PERCÛT e un foglio del “bestiario” (con affetto e simpatia !) Evviva!

Maria GiovannaElmi, Omero Antonutti, Dalila Di Lazzaro, Giuseppe Battiston, Benito Nonino,Giannola, Attilio Maseri, Milly  Carlucci (Depositato al “Museo del Vino”- Vigneti PITTARO)