“… misera et misericordia”

Ritorna il silenzio sulla piazza. Ora i protagonisti sono solo loro due, la donna e il Cristo. Come dice luminosamente Agostino, che conosce il brano pur non attribuendolo a Giovanni,«relicti sunt duo: misera et misericordia». Sono rimasti in due: quella donna misera e la misericordia per eccellenza, cioè il Cristo.

Così Gianfranco  Ravasi da quel Breviario Famigliare più volte ricordato. Poi l’appunto c’era già. Allora ieri e oggi ho lavorato al bozzetto

… Colui che ha plasmato l’uomo con la polvere, si china davanti ad una figlia di Adamo e tocca di nuovo la terra riportandoci in un attimo alla nostra dimensione creaturale.

… Dio è solo con la sua creatura alla quale dona la resurrezione interiore, strappandola dai lacci della morte; sembra di udire le parole del profeta Isaia: «Le cose di prima sono passate, ecco faccio una cosa nuova; proprio ora germoglia non ve ne accorgete?».

Quella peccatrice non è più il suo peccato; Cristo la chiama donna, ridonandole la sua dignità creaturale e filiale; essa viene svestita del suo peccato ma rivestita con le parole più belle: tu sei «donna», tu sei «figlia».

don Davide Gani da La Vita Cattolica n.14 / 2019

XXVIII ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO

[…]Sono uscito al Credo dalla chiesa di Lauzacco. C’è voluto un po’ di tempo per arrivare a Udine in bicicletta, a San Quirino dove ci siamo sposati. Ho fatto in tempo ad entrare un attimo prima che don Como chiudesse la porta bronzea della Misericordiahttps://www.parrocchiasanquirino.it/la-chiesa-nuova/la-porta-in-bronzo-parrocchia-96

Di recente  è stato realizzato il portacero https://www.parrocchiasanquirino.it/la-chiesa-nuova/il-nuovo-portacero/?g2_itemId=884

Monsignor Nobile, l’arciprete del duomo, quando era parroco qui una trentina di anni or sono mi chiese di dipingere il cero, il simbolo di Gesù risorto da morte. Dalle fotografie non si vede che ci sono graffi ed abrasioni … forse qualche piccolo ritocco sarebbe opportuno!

Ho raggiunto il duomo e dal Credo ho continuato la messa. Celebrava l’Arciprete che ci ha sposati.

Tramite il  foglietto domenicale “L’Angelo di Santa Maria di Castello” (accompagnato dalla inequivocabile e immancabile immagine di Rupnik) Monsignor Pietro Romanello con semplice onestà c’informa che il vangelo dell'”Adultera”  è di Luca anziché di Giovanni

Sant’Agostino  è andato oltre con “… misera et misericordia”. Nel 1991 la pasta di Mons. Gianfranco Ravasi era già quella di cardinale: ricordando Agostino l’aveva detto in modo alto e stupefacente. Forse per questo io non avevo capito!

Si potrebbe fare qualche considerazione, ma non la facciamo.

Alla fine della messa in duomo non ho nemmeno salutato Monsignor Luciano Nobile. Avrei dovuto fare la fila: è molta la gente che gli vuole bene!

Non so se sia possibile Partecipare alle Messe  “a puntate” o meglio se esse sono valide.

Per la verità avevo la coscienza a posto. Da “giusto”, per il precetto ero già stato a Persereano alla “prefestiva”. Sulla panca in fondo alla chiesa mi era compagno Volveno che come organista suona  di Domenica alla prima messa in duomo a Udine, alla seconda -sempre a Udine – nella prestigiosa chiesa di San Giacomo. Talvolta  suona – dovendo supplire – durante una terza in  cattedrale. Quando l’accompagno in auto a Palmanova per lui sarebbe la quarta Messa.

Non avere l’impiccio del servizio ci rende “onesti peccatori” disponibili e  bisognosi di perdono !

(Qualcuno sabato scorso ha commentato: ” Doi Mestris daûr e nissun a sunâ !”

Nella C.P. di Pavia di Udine , né l’ Ottavino solista, né il clarino Volveno e nemmeno  quel trombone di Gianni sono graditi strumenti liturgici”.

Mettermi a disposizione in caso di “sedi vacanti” era  – parlo per me – un imperativo morale semplice e spontaneo. Adesso non suono nemmeno in casa mia.

Ho rivisto la suora

che vestita di nero mi aveva riconosciuto all’ultimo “Quaresimale d’Arte” come potenziale suonatore per la chiesa di Sant’Andrea apostolo a Lumignacco – C.P. di Pavia di Udine, l’ho rivista ieri vestita di bianco al supermercato. Ci siamo solo salutati. Pensavo riprendesse il discorso sospeso quella domenica pomeriggio davanti al palazzo del Vescovo…

Questa mattina ho incrociato la moglie di Ado Fantini.

Lui come falegname ha lavorato molto per la chiesa di sant’Agata. Abbiamo collaborato. È morto ieri e oggi è sul giornale.  Mi sono fermato per fare le condoglianze alla vedova …Mi ha informato del Rosario e del funerale … al che ho detto: “Spero ci sia qualcuno a suonare …” Che idiota! Invece di essere io a portare conforto, era lei che tentava di consolare. Che misera  figura! )

Suonavano le campane della chiesa del Cristo di via Marsala

quando stavo per arrivare in città forse era “l’Ave Maria” che accompagnava al Padre  l’anima di Ernesto Zanin il Sacerdote per quarant’anni parroco della zona di Udine Sud.

Per sempre assocerò  la figura del Monsignore all’Inno paolino della Carità che volle per la sua stanza a beneficio di tutti.

“Quadro della carità”

Ci sono due articoli nel sito che dicono dell’incontro con il Sacerdote. Forse è il caso di richiamare il primo, anche se lungo e articolato.https://giannidilena.altervista.org/regalo-un-curato-citta/ .

L’ho conosciuto tardi monsignor Zanin, in una condizione apparentemente di vita captiva, misera di suggestioni e lusinghe. Lui non ha mai fatto brutta figura: l’esercizio di una lunga vita virtuosa lo predisponeva alla “indagine e alla  certa misericordia. Semplicemente.