Un’ attesa nel deserto silenzioso. Muto. “FINO A QUANDO, SIGNORE … ? ”
Noi speriamo di scoprire, anche qui, in terra velenosa, autentiche tracce di VITA !
(Ma guai se la lasciassimo scappare dal buco: basta un missile “ben piazzato” a Palmanova e questa fuoriesce in Nuova Zelanda. Agli antipodi. In forma diarroica !).
Aspettando di poter fare gli auguri di persona, auguro buon compleanno a Samuel. Sono tre lustri … In 15 anni ha imparato più parolacce di me… San Biagio gli pulisca la bocca
Attesa di Natale come della Pasqua del Signore. Un continuo divenire mosso dallo Spirito per tornare al Padre
Già il 3 dicembre 2023, I Domenica di Avvento da Roma, San Giovanni in Laterano, Papa Francesco siglava il
MESSAGGIO
PER LA QUARESIMA 2024Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
Cari fratelli e sorelle!
Quando il nostro Dio si rivela, comunica libertà: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile» (Es 20,2). Così si apre il Decalogo dato a Mosè sul monte Sinai. Il popolo sa bene di quale esodo Dio parli: l’esperienza della schiavitù è ancora impressa nella sua carne. Riceve le dieci parole nel deserto come via di libertà. Noi li chiamiamo “comandamenti”, accentuando la forza d’amore con cui Dio educa il suo popolo. È infatti una chiamata vigorosa, quella alla libertà.
Non si esaurisce in un singolo evento, perché matura in un cammino.
Come Israele nel deserto ha ancora l’Egitto dentro di sé – infatti spesso rimpiange il passato e mormora contro il cielo e contro Mosè –, così anche oggi il popolo di Dio porta in sé dei legami oppressivi che deve scegliere di abbandonare. Ce ne accorgiamo quando ci manca la speranza e vaghiamo nella vita come in una landa desolata, senza una terra promessa verso cui tendere insieme.
La Quaresima è il tempo di grazia in cui il deserto torna a essere – come annuncia il profeta Osea – il luogo del primo amore (cfr Os 2,16-17). Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù e sperimenti il passaggio dalla morte alla vita. Come uno sposo ci attira nuovamente a sé e sussurra parole d’amore al nostro cuore.
L’esodo dalla schiavitù alla libertà non è un cammino astratto. Affinché concreta sia anche la nostra Quaresima, il primo passo è voler vedere la realtà.
Quando nel roveto ardente il Signore attirò Mosè e gli parlò, subito si rivelò come un Dio che vede e soprattutto ascolta: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele» (Es 3,7-8).
Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove? Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fraternità che originariamente ci lega.
Nel mio viaggio a Lampedusa, alla globalizzazione dell’indifferenza ho opposto due domande, che si fanno sempre più attuali: «Dove sei?» (Gen 3,9) e «Dov’è tuo fratello?» (Gen 4,9).
Il cammino quaresimale sarà concreto se, riascoltandole, confesseremo che ancora oggi siamo sotto il dominio del Faraone. È un dominio che ci rende esausti e insensibili. È un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro. La terra, l’aria e l’acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono contaminate. Infatti, sebbene col battesimo la nostra liberazione sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù. È come un’attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito della libertà.
Vorrei indicarvi, nel racconto dell’Esodo, un particolare di non poco conto: è Dio a vedere, a commuoversi e a liberare, non è Israele a chiederlo.
Il Faraone, infatti, spegne anche i sogni, ruba il cielo, fa sembrare immodificabile un mondo in cui la dignità è calpestata e i legami autentici sono negati. Riesce, cioè, a legare a sé.
Chiediamoci: desidero un mondo nuovo? Sono disposto a uscire dai compromessi col vecchio?
La testimonianza di molti fratelli vescovi e di un gran numero di operatori di pace e di giustizia mi convince sempre più che
a dover essere denunciato è un deficit di speranza. Si tratta di un impedimento a sognare, di un grido muto che giunge fino al cielo e commuove il cuore di Dio. Somiglia a quella nostalgia della schiavitù che paralizza Israele nel deserto, impedendogli di avanzare. L’esodo può interrompersi: non si spiegherebbe altrimenti come mai un’umanità giunta alla soglia della fraternità universale e a livelli di sviluppo scientifico, tecnico, culturale, giuridico in grado di garantire a tutti la dignità brancoli nel buio delle diseguaglianze e dei conflitti.
Dio non si è stancato di noi. ( Ma forse si aspetta che … )
Accogliamo la Quaresima come il tempo forte in cui la sua Parola ci viene nuovamente rivolta: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile» (Es 20,2). È tempo di conversione, tempo di libertà. Gesù stesso, come ricordiamo ogni anno la prima domenica di Quaresima, è stato spinto dallo Spirito nel deserto per essere provato nella libertà. Per quaranta giorni Egli sarà davanti a noi e con noi: è il Figlio incarnato.
A differenza del Faraone, Dio non vuole sudditi, ma figli. Il deserto è lo spazio in cui la nostra libertà può maturare in una personale decisione di non ricadere schiava. Nella Quaresima troviamo nuovi criteri di giudizio e una comunità con cui inoltrarci su una strada mai percorsa.
Questo comporta una lotta: ce lo raccontano chiaramente il libro dell’Esodo e le tentazioni di Gesù nel deserto. Alla voce di Dio, che dice: «Tu sei il Figlio mio, l’amato» (Mc 1,11) e «Non avrai altri dèi di fronte a me» (Es 20,3), si oppongono infatti le menzogne del nemico.
Più temibili del Faraone sono gli idoli: potremmo considerarli come la sua voce in noi. Potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio su tutti: ogni essere umano avverte la seduzione di questa menzogna dentro di sé. È una vecchia strada. Possiamo attaccarci così al denaro, a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione, persino ad alcune persone. Invece di muoverci, ci paralizzeranno. Invece di farci incontrare, ci contrapporranno. Esiste però una nuova umanità, il popolo dei piccoli e degli umili che non hanno ceduto al fascino della menzogna. Mentre gli idoli rendono muti, ciechi, sordi, immobili quelli che li servono (cfr Sal 114,4), i poveri di spirito sono subito aperti e pronti: una silenziosa forza di bene che cura e sostiene il mondo.
È tempo di agire, e in Quaresima agire è anche fermarsi. Fermarsi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano, in presenza del fratello ferito.
L’amore di Dio e del prossimo è un unico amore. Non avere altri dèi è fermarsi alla presenza di Dio, presso la carne del prossimo. Per questo preghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà. Rallentare e sostare, dunque. La dimensione contemplativa della vita, che la Quaresima ci farà così ritrovare, mobiliterà nuove energie.
Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne e compagni di viaggio. È questo il sogno di Dio, la terra promessa verso cui tendiamo, quando usciamo dalla schiavitù.
Qui il documento in originale e completo:
Attesa dell’ Arcivescovo di Udine a Pavia
Potrei aver esagerato di riferire il pensiero di don Valerio. Meglio verificare di persona. M’incammino …
Sabato 3 febbraio 2024 la visita si aprirà alle 15.30, nell’ex scuola elementare di Pavia di Udine, quando l’Arcivescovo incontrerà gli operatori pastorali della Collaborazione. Alle 17.30 in oratorio a Pavia di Udine mons. Mazzocato incontrerà i ragazzi dell’oratorio. Infine, alle 18.30 nella chiesa parrocchiale di Pavia di Udine l’Arcivescovo celebrerà la S. Messa.
…lasciando lo scritto in sospeso …
Ecco. Giovedì scorso il Parroco ha scelto di non parlare sul Vangelo del Giorno, quello proposto dalla Liturgia
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,7-13In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì.Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Parola del Signore.
Invece, nell’ incontro odierno con L’Ordinario in visita, don Valerio stesso ha letto la versione più ampia, da Luca 10, 1 – 20.
L’ Arcivescovo, che su questo brano ha steso una Lettera Pastorale, ha quindi commentato.
Seguivo in piedi, in fondo alla sala
( Non ero stato invitato, ma Aldo mi ha dato un passaggio con l’auto all’ andata e giunti al luogo, nessuno ha fatto il “serpente feroce”. Semmai come “colubro prudente” qualche altro aggregato è schizzato … passando avanti.
Avevo chiesto a Stefano se anche gli ex potessero avere accesso. … E mi sono accomodato in sala. E sono stato seduto un’oretta o più ascoltando le “testimonianze personali preparate” in paziente silenziosa attesa che le finissero . Avrei dovuto alzare il braccio … per chiedere la parola, ma, a questo punto, il Vescovo ha interpellato le suore …
Venuto il tempo dell’ ascolto della Parola di Dio, tutti siamo stati invitati ad alzarci. Ho fatto fatica a levarmi. Avuto remissione dai dolori al collo e alla spalla, stamane, sorgendo dal giaciglio si è ri-annunciata all’ improvviso la sciatalgia …
Provvidenziale: affinché fossi rispettoso del pastore avevo una “buona scusa” per poter stare comodo senza sedere.
Non per le emorroidi quindi, ma per inaspettato dono potevo ascoltare
rettoritto anche la Parola di Mazzocato Arcivescovo, senza provare tanto dolore.
- A Udine e a Palmanova come più volte relazionato, il Vicario Generale, mai aveva dato risposta…
- Per obbedienza o per altri motivi che sarebbe offensivo richiamare il Parroco aveva provveduto a mandarmi via, senza spiegazioni affinché mi ravvedessi. Nel caso.
- Oggi di prima mano avrei potuto avere soddisfazione … Sapere e non patire più … )
D’ impeto brusco ho interrotto il Presule quando si lamentava che “non si trovano missionari” …
Poiché ci sono sempre serpi cielline fra i piedi, da parte mia cerco li fare loro bene. Di farli star bene … Godono come San Biagio nell’ essere torturati.
Il Santo Vescovo, per il Signore. Gli altri, per altro… Hanno un posto riservato, con tanto di nome, ovunque. “Nei cieli scritto “, lo danno per scontato. (Non è invidia è pena grande se si dovessero ingannare !!!)
Mi è venuto uno scatto d’ira e dopo aver accennato rumorosamente a quanto appena letto
10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11«Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi;
me ne sono andato. La porta si è sbattuta da sola o col vento o è stato per … grazia: un colpo per colpa del PRIMO.
In “compagnia” quindi sono tornato a casa, dalla parte di Selvuzzis … e la LUCE muoveva rapido il territorio dei cieli. Una sorpresa emozionante ad ogni angolo, in ogni istante lungo la strada
(Ma loro gli operatori pastorali, i colleghi di un tempo e i capi, dopo la cacciata mi avevano pur ri – accolto.
Sì. Ma per fare come loro … affinché tu ti accordassi al loro “pensiero unico”
Ancora dieci visite uguali fra uguali nei paesi del Friuli ?! )
https://www.telefriuli.it/friulano/un-pinsir-par-vue/3-febbraio2024/
Dal Salmo 83 (84)
R. Quanto sono amabili, Signore, le tue dimore!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente. R.Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio. R.Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato. R.Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi. R.
In attesa di una giornata intera. Marco ci descrive quella di Gesù fra movimenti e relazioni di vita
Si lamenta don Federico Grosso che la “suddivisione liturgica” penalizzi la comprensione unitaria della figura di Gesù in rapporto allo scorrere delle ore e dei luoghi di esercizio. I “tagli” del Vangelo a pezzetti complica la nostra partecipazione, quali “coprotagonisti”. Il Figlio resta sempre collegato al Padre: prega incessantemente, vivendo e operando in libertà !
Risulta difficile a uno che si “picca di fare il pittore” dipingere a più mani e con più teste… contemporaneamente (sebbene che, da “missionario col pennello” potrebbe gradire, pretendere, un indirizzo, una spiegazione, un contributo colto. Teologico, esegetico, … o non so !)
Come mono – rappresentante della categoria nella società civile, alla sala consiliare ci sono salito anch’io…
Il Vescovo nella sua terza parte della trattazione ha inquadrato largamente la faccenda dei 44.000 Beni Culturali censiti e presenti nelle chiese e luoghi della sua Diocesi … (Sono già un peso le antiche. Cose nuove ma mediocri – parlo per esperienza personale – non gli possono interessare per niente. Il “mondo della sue finanze” nemmeno si scompone alla presenza di un mona. “Le relazioni – giuste diceva- sono più importanti del territorio – devastato, grazie a … facili benedizioni . L’acqua va per giù. Ma con tutti i veleni in sen disciolti “).
Le associazioni sono benemerite, spesso fatte da volontari che in modo gratuito operano. (E chiacchierano ! Ma alcuni di quelli che ho visto presenti traggono indiscutibile vantaggio dalla “benedizione”… Va bene ! Tutti sono, come deve essere in una buona società, “simbionti”.
A volte, le muffe, i lieviti fanno la differenza … GUAI a scambiare per “patogeni” certi funghi solitari che si sarebbero accontentati di briciole di pane).
Mancavano tutte le altre persone. Abitanti di Pavia di Udine
Come successe a me, allorché mi convocò in Comune per chiarire, in privato, quel sabato, ad un certo punto della conversazione il Sindaco, Beppino mi disse: ” Adesso devo andare a prendere mia nipote a scuola …”, oggi è successo in pubblico alla presenza dell’ “Apostolo”
“Devo andare , … c’è il Battesimo di mia nipote”.
(Penso si tratti di un’ altra, diversa da quella che va a scuola. Anche Luigina – operatrice parrocchiale e cognata – ieri faceva cenno ad una bimba da battezzare… forse, probabilmente, i soggetti coincidono e – a fronte di BATTESIMI CRISTIANI – tutte le altre cose “scompaiano” … E fanno molto bene a scomparire !)
Dopo il ‘ VOI ‘, in attesa del ‘ TU ‘, cambia la sostanza ?
Il giorno dopo Santa Agata 6 febbraio si fa memoria dei Santi Paolo Miki e compagni martiri
e si legge dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,1-13
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre.
Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Parola del Signore.
MADRE MADRONA MADRINA !
Da agiografia di Santa Agata:
… riportata a Catania. Condotta da Quinziano, rifiuta di abiurare. Il proconsole, deciso ad attentare alla verginità della fanciulla, la affida ad una cortigiana di facili costumi, Afrodisia, per farla educare alle arti amatorie. Agata rimane fedele a Cristo, riconsegnata a Quinziano che decide di sottoporla a processo…
Resto in attesa di uno spettacolo – con Agata- nei paraggi
(Ripensando alla “nipotina” al Battesimo ho ripensato alla nostra “figlioccia”… Ormai donna ! Avrei voluto dirle veramente tante cose, ma forse, invece, chiederle del perché le cose sono andate così, in rovina … avere informazioni da lei…
Sulle due ragazze in Calabria ad esempio … a rimirare i bronzi di Riace appena ritrovati… Tiziana, per qualche tempo, poi, si è accontentata di me …
Ho scritto due righe per Agata, leggerà da qui, nel caso …)
https://giannidilena.altervista.org/donne-cosi-fuori-da-finire-dentro/
La fede in Dio sia così profonda da illuminare la nostra mente e dirigere in bene la nostra vita.
Donaci il coraggio di testimoniare sempre il nostro cristianesimo con coerenza e senza paura.
Accendi in noi un santo zelo ed una sincera carità per essere apostoli del Signore in mezzo ai nostri fratelli.
Così per tua intercessione, o Agata buona, possiamo raggiungere quel fine per cui il buon Dio ci creò e ci redense:
la beata comunione nel Suo Regno. Per Cristo nostro Signore. Amen
(Così si prega in cattedrale a Catania.
Volendo anche nel Mar Rosso e/o con i “Fisioterapisti” che oggi hanno ottenuto riconoscimenti in Regione FVG … Non si trovano “medici di base”, ma questi – come rappresentanti di Confindustria e altre categorie reclamavano già dallo spuntare del Covid…
Basta fermarsi a osservare l’egoismo dilagante
“RANCOROSO ? ” Un velo pietoso su tutto !)
Quanto è difficile camminare sul filo del rasoio… Potremmo ferirci fino a dissanguarci. Ma ci sono segni chiari ed inequivocabili a discriminare : procedendo alla luce di Cristo e della sua Parola, opportunamente “corretti. Fraternamente”.
Le “opere buone” saranno una “conseguenza inevitabile”. Sarà vinta OGNI TRISTEZZA !
SALMO 13 (12): Fino a quando, Signore? Invocazione fiduciosa
1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2 Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
3 Fino a quando nell’anima mia proverò affanni,
tristezza nel cuore ogni momento?
Fino a quando su di me trionferà il nemico?
4 Guarda, rispondimi, Signore mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
5 perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!»
e non esultino i miei avversari quando vacillo.
6 Nella tua misericordia ho confidato.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza
e canti al Signore, che mi ha beneficato.
https://www.sanpaolosestocesate.it/wp-content/uploads/2020/03/Salmo-013-Ravasi.pdf
Giovedì grasso 2024
trascurando gli importanti santi del giorno, si potrebbe far memoria della “Crudel Zobia grassa”, della insurrezione contadina scoppiata in Friuli, “la maggiore dell’Italia rinascimentale” del 1511, degli scontri fra “strumieri e zamberlani, del successivo distruttivo terremoto, delle pestilenze , ma più utile è ricordare che assieme ai Vescovi del Triveneto, anche il nostro Arcicescovo avrebbe incontrato il vescovo di Roma (Papa FRANCESCO)
L’attesa dell’ incontro è stata premiata. Si conoscevano già e non si sono tirati le orecchie a vicenda. Nemmeno per festeggiare i molti “carnevali” … trascorsi …
Tutto questo è nello stile di Gesù
Adesso resta da mettere a posto il grande disastro ambientale …